Diego Santini

Se fosse un colore, sarebbe il turchese.
Se fosse musica, sarebbe un pianissimo.
Se fosse parola, sarebbe poesia.
Così possiamo definire il mondo di Diego Santini.
Prende vita pennellata dopo pennellata, un microcosmo leggero, metafisico,
popolato da personaggi un po’ goffi, buffi, che come dice lo stesso autore, nella vita
reale non potrebbero sopravvivere nemmeno un secondo.
Basta uno sguardo e si viene subito rapiti: la storia ha inizio.
Si entra in punta di piedi, senza disturbare in questo universo accogliente e gentile,
fatto di gesti premurosi, di emozioni e sentimenti puri.
Ci si guarda intorno e si scopre che tutto è possibile anche se ogni cosa non sta al
suo posto, come nella realtà.
Si cavalcano creature immaginarie, si pescano stelle, si riesce a toccare la Luna, si
ricevono doni, si ritorna bambini.
E’ proprio dal bambino che era e che amava disegnare e scarabocchiare ogni cosa,
persino i libri di scuola, che Santini riparte ogni volta per raccontarci una nuova
storia.
Ogni spettatore è libero di riconoscersi, immedesimarsi, o crearne una tutta sua.
Se si chiede all’Autore come definisce le sue opere, risponde con un sorriso:
“Ricordati di sognare!”